mercoledì 11 marzo 2015

I Culti Cargo e le teorie degli antichi astronauti


Oggi vorrei parlarvi di un curioso fenomeno antropologico e sociale chiamato "culto del cargo" e di alcune teorie ed ipotesi confuse fra la realtà e la fantascienza, ma tuttavia molto interessanti: le teorie degli antichi astronauti.

Cosa accade quando una tribù primitiva entra in contatto per la prima volta con una cultura tecnologicamente più avanzata?
Molto spesso queste tribù non riescono a comprendere ciò che si trovano difronte, e spesso e volentieri abilità frutto della tecnologia vengono scambiate per abilità magiche, quasi sovrannaturali o addirittura divine.
Ecco così che uomini comuni vengono scambiati per messaggeri degli dei, o addirittura per divinità scese sulla terra.


Questo è ciò che è successo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Gli americani costruirono numerose basi sparse per le isole del Pacifico, questo per creare dei ponti aerei con cui rifornire i soldati impegnati in azioni militari.
Gli indigeni di tali isole rimasero meravigliati alla vista delle navi e degli aerei (da loro chiamati "uccelli d'argento") che passavano da quelle parti. Essi accolsero generosamente i soldati, trattandoli come fossero degli appartenenti ad un popolo sacro. Li aiutarono persino a scaricare le merci dagli aerei.
In cambio i soldati fornivano loro provviste e alcune merci puntualmente con l'arrivo di ogni aereo.
Dopo qualche tempo la guerra finì, ed i soldati fecero ritorno nella loro patria, abbandonando la base.
I nativi iniziarono a pensare di aver perso il favore degli dei, ed iniziarono così ad imitare il comportamento dei soldati americani, costruirono pure manufatti in canne e legno che riproducevano aerei ed altri strumenti che avevano visto. Tutto questo per propiziare il ritorno di questi "messaggeri degli dei", con il loro cibo in scatola e le loro merci.
Fu in tale occasione che si iniziò a parlare della nascita di una nuova religione, i nativi infatti iniziarono ad elaborare leggende e ad organizzare rituali e cerimonie incentrati sulla figura di questi soldati e dei loro aerei.

In particolare sull'isola di Tanna si festeggia ancora oggi il giorno di "John Frum" per onorare una misteriosa entità divina e benevola che visitò l'isola molti anni prima.
Secondo alcuni il termine John Frum è la storpiatura di "John from America", un soldato americano che visito l'isola parecchi anni prima. (egli avrebbe utilizzato tale frase per presentarsi: "I'm John, from America")
Gli indigeni fraintesero subito la cosa, pensando che quello fosse il nome della divinità.
Naturalmente è logico pensare che i soldati non fecero nulla per porre rimedio a questo fraintendimento... !
E' chiaro che non vi è nulla di divino nell'operato dei soldati americani che visitarono tali isole, però ormai questo fenomeno è ben radicato all'interno della cultura di questi popoli indigeni.

Per loro queste cerimonie sono sacre e credono ancora fermamente che queste persone che li visitarono in passato fossero mandati dagli dei.

Tutto questo fa volare la nostra mente ai tempi di Cristoforo Colombo e alla (ri)scoperta dell'America da parte dei popoli europei.
Anche in tale situazione i popoli indigeni scambiarono gli europei per delle divinità.
In particolar modo essi pensarono che quelle erano le divinità che erano tornate a fare loro visita, come dicevano le profezie.
Questo diede il via a tutta una serie di equivoci e fraintendimenti, di cui oggi conosciamo bene il triste risultato.
Vi sono tanti altri esempi di "culti del cargo" sparsi un po' per tutto il mondo. Il mio invito come sempre è quello di andare ad approfondire di persona.

La presenza di questi culti non ha potuto fare a meno di solleticare la fantasia e l'immaginazione dei teorici degli antichi astronauti.
E se le principali religioni del globo fossero anch'esse dei culti del cargo?
E se coloro che scrissero libri come la Bibbia od il Corano fossero entrati in contatto con una civiltà tecnologicamente più avanzata? E se avessero frainteso anche loro ciò a cui si sono trovati di fronte? E se avessero scambiato tali entità per divinità, angeli o demoni?

A queste e ad altre domande cercano di rispondere le teorie degli antichi astronauti.
L'umanità è stata visitata in passato da esseri provenienti da altri mondi? In che modo essi hanno influenzato la nostra evoluzione? I primi uomini scambiarono gli alieni per delle divinità?
E' possibile che i popoli antichi abbiano inserito ciò che hanno visto all'interno dei loro miti e delle loro leggende che sono state tramandate fino ai giorni nostri?

A partire da queste domande, i teorici degli antichi astronauti hanno iniziato a raccogliere diversi indizi a supporto delle loro tesi. Tesi che comunque non possono essere dimostrate scientificamente e che quindi rientrano nel campo della "pseudoscienza".
Tali teorie sono fra le più disparate e controverse, alcune al limite del ridicolo ed altre più interessanti (almeno a livello teorico). Su internet se ne trovano molte, se vi interessa potete vedere con i vostri occhi e giudicare voi stessi cosa è ridicolo e cosa è inverosimile, attenzione alle bufale ed alle speculazioni però, ce ne sono molte...

Un'esempio di tutto ciò lo abbiamo parlando del dio Bep-Kororoti, una misteriosa divinità venerata dalla tribù amazzonica dei Kayapo.
Ogni anno queste persone realizzano un costume molto particolare, che viene poi indossato dallo sciamano per riprodurre le sembianze del dio.
Secondo i racconti degli anziani, un giorno Bep-Kororoti giunse al villaggio scendendo dai monti del Pukato-Ti.
All'inizio gli indigeni rimasero spaventati alla vista di questo misterioso personaggio, ma pian piano iniziarono a nutrire una sorta di ammirazione verso di lui.
Aveva la pelle di un bianco splendente ed era gentile con tutti, portava con se un'arma costituita da un bastone da cui scaturivano fulmini e che era in grado, secondo i racconti, di distruggere alberi e pietre. Essa era in grado anche di uccidere un animale "con un semplice tocco".
Lo strano visitatore sembrava divertito dal comportamento degli indigeni, e mostrava a tutti la sua "magia".
La leggenda dice anche che Bep-Kororoti rimase con gli indigeni per molto tempo, che imparò a cacciare come facevano loro e che diventò persino più bravo di loro. Egli insegnò loro molte cose.
Poi un giorno Bep-Kororoti se ne andò da dove era venuto e non tornò più.
Su alcuni siti che trattano di ufologia viene descritto anche un'ulteriore pezzo della leggenda che dice che Bep-Kororoti sarebbe salito a bordo di una strana macchina a forma di albero, pilotata con quelli che agli occhi degli indigeni sembravano rami. Egli partì lasciandosi dietro una nube di fumo e fuoco, con un frastuono assordante.
Tralasciamo comunque questo ultimo pezzo poiché non viene citata la fonte precisa e, siccome girano due versioni su internet non si capisce bene quale sia la vera storia.
Stando alla prima versione è abbastanza chiaro che di per sé la storia potrebbe indicare in realtà Bep-Kororoti come un colonizzatore spagnolo.
Le armature che indossavano i conquistadores potrebbero assomigliare in qualche modo alla tuta realizzata dai Kayapo. Il bastone da cui fuoriuscivano fulmini potrebbe esser stato tranquillamente un fucile, in grado di scheggiare pietre o la corteccia di un albero. Quindi il nostro Bep-Kororoti  potrebbe essere un visitatore umano, proveniente da una terra lontana, come lo era l'Europa. Tra l'altro si parla chiaramente nella storia di "pelle bianca".
Altri affermano che l'abito cerimoniale avrebbe qualcosa a che fare con le api e con le credenze e la mitologia dei Kayapo, che da grande importanza all'aspetto sociale delle api. In particolare secondo alcuni la tuta riprodurrebbe l'aspetto dell'abito di un apicoltore.
Niente alieni a quanto sembra.
Tuttavia questo episodio ci mostra con quanta facilità la fantasia umana può esser sollecitata, sia da una parte che dall'altra.

L'abito cerimoniale degli indiani Kayapo che viene indossato ogni anno
 in onore del dio Bep-Kororoti che visito la tribù molto tempo fa.
Si tratta della riproduzione di una tuta spaziale, dell'armatura di un conquistatore spagnolo
o della tuta di un apicoltore?


4 commenti:

  1. Questo documentario sull'isola di Tanna è bellissimo.
    Selvaggio a chi? (Gli indigeni siamo noi)
    Vengono inviati alcuni rappresentanti dall'isola di Tanna per incontrare il figlio del loro dio.
    Il figlio è il principe Filippo di Inghilterra.
    Tanna parte 1
    https://www.youtube.com/watch?v=1B_6J96rl40
    parte 2
    https://www.youtube.com/watch?v=9pr8yKle8k4
    parte tre
    https://www.youtube.com/watch?v=mD84tFjCBi8

    Gianni Tiziano

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    1. Grazie Tiziano per aver condiviso questi video.

      Ho avuto modo di vedere quel documentario tempo fa, e già allora rimasi colpito da questo fenomeno. Documentario molto bello ed interessante.
      Tra l'altro ho anche aggiunto quel documentario nelle playlist del nostro canale youtube, quindi per chi fosse interessato li può consultare anche lì.

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  2. Ho già sentito questa storia degli indigeni che interpretano gli aerei come velivoli degli dei. Credo di averlo visto in un vecchio documentario sugli alieni. Il succo sta nel fatto che probabilmente anche i nostri antenati cercavano di dare una spiegazione a ciò che vedevano, e quel che vedevano era probabilmente una cultura molto più avanzata che li visitava.

    Credere o no negli extraterrestri? E' una nostra scelta personale. C'è che dice che Gesù era uno di loro. Chissà se la bibbia ha un messaggio extraterrestre da decodificare, chissà...

    Jan Quarius

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    Risposte
    1. Ciao Jan,
      Quella degli antichi astronauti è una teoria tanto bizzarra quanto affascinante. Tuttavia non vi sono prove oggettive della veridicità di certe affermazioni.
      Tempo fa anche io ero un sostenitore di alcune di queste teorie, ma ora come ora preferisco non esprimermi più sulla questione e guardare alla realtà oggettiva dei fatti. C'è troppa confusione, e con tutta questa confusione la verità è inevitabilmente compromessa.

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